Dal 2025 il canone RAI torna a 90 euro e chi non rientra nell’addebito automatico in bolletta deve pagare tramite modello F24. Le scadenze variano in base alla modalità scelta: unica soluzione entro il 31 gennaio, due rate semestrali da 45 euro (31 gennaio e 31 luglio), oppure quattro rate trimestrali di circa 23 euro (31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio e 31 ottobre). Il mancato pagamento comporta sanzioni e interessi di mora. Per la compilazione utilizzare i codici tributo TVRI (rinnovo) o TVNA (nuovo abbonamento).
Cos’è il canone RAI e chi deve pagarlo
Il canone RAI rappresenta un contributo obbligatorio destinato al finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo. Si tratta di un’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive, dovuta dalla maggioranza dei cittadini italiani.
Chi deve pagare il canone? Secondo la Legge di Stabilità del 2016, devono versare l’importo tutti coloro che possiedono un apparecchio televisivo nel luogo della propria residenza, indipendentemente dall’uso effettivo del dispositivo. Non è necessario accendere la televisione o utilizzarla regolarmente: la semplice detenzione dell’apparecchio è sufficiente per rendere il pagamento obbligatorio.
In circostanze ordinarie, il canone viene addebitato automaticamente nella bolletta dell’energia elettrica per i titolari di utenza domestica residente. Tuttavia, esistono situazioni specifiche in cui questa modalità non è possibile. In questi casi, il pagamento deve avvenire separatamente tramite il modello F24, uno strumento fiscale dedicato al versamento di tributi e imposte.
Importo del canone RAI 2025
Per l’anno 2025, l’importo del canone RAI è tornato a 90 euro annui. Dopo la riduzione sperimentale a 70 euro nel 2024, il prezzo ha subito un incremento a seguito del mancato rinnovo dello sconto da parte della Commissione Bilancio del Senato.
È importante ricordare che l’importo può variare a seconda del periodo in cui si attiva o si rinnova l’abbonamento. Per i nuovi abbonati o coloro che rinnovano il servizio, il costo potrebbe essere calcolato in modo proporzionale ai mesi rimanenti dell’anno. Ad esempio, chi attiva un nuovo abbonamento a febbraio potrebbe pagare un importo ridotto rispetto ai 90 euro annui completi.
Pagamento canone RAI senza bolletta
Il canone RAI senza bolletta riguarda una categoria significativa di cittadini che non hanno accesso al sistema di addebito automatico sulla fattura energetica. Rientrano in questa categoria gli inquilini senza utenza a proprio nome, coloro che non sono intestatari di un contratto di fornitura elettrica domestica residente, i residenti nelle isole minori e altri casi particolari in cui il collegamento alla bolletta della luce non è possibile.
Per questi soggetti, il versamento del canone rappresenta un’operazione autonoma da gestire personalmente, senza passare attraverso il fornitore di energia. Il pagamento deve avvenire tramite il modello F24, utilizzando codici tributo specifici e rispettando scadenze ben definite durante l’anno.
Quando si paga il canone RAI senza bolletta
Chi non rientra nel sistema di addebito automatico deve versare il canone entro scadenze prestabilite. La data fondamentale è il 31 gennaio, entro cui deve avvenire il primo versamento, sia che si scelga la soluzione unica che le rate periodiche. Questa scadenza rappresenta il momento cruciale per l’inizio del pagamento annuale.
Le scadenze successive dipendono dalla modalità prescelta: chi opta per il pagamento semestrale dovrà versare la seconda rata entro il 31 luglio, mentre chi sceglie il versamento trimestrale avrà ulteriori scadenze a cadenza regolare fino a ottobre.
Il modello F24 e come compilarlo
Il modello F24 è lo strumento fiscale necessario per il pagamento del canone RAI fuori bolletta. Si tratta di un modulo dedicato specificamente al versamento di tributi e imposte, utilizzato anche per altri obblighi fiscali.
Nella compilazione del F24 è essenziale inserire i codici tributo corretti: il codice TVRI per il rinnovo dell’abbonamento e il codice TVNA per i nuovi abbonamenti. Utilizzare il codice errato potrebbe comportare complicazioni amministrative e ritardi nel riconoscimento del pagamento.
Le tre modalità di pagamento fuori bolletta
Coloro che devono pagare il canone RAI tramite modello F24 hanno la possibilità di scegliere tra tre diverse modalità di versamento, ognuna con caratteristiche e scadenze specifiche.
Pagamento in unica soluzione
La modalità più semplice è il versamento dell’intero importo in un’unica soluzione di 90 euro entro il 31 gennaio. Questa opzione rappresenta la scelta ideale per chi preferisce gestire il pagamento in una sola volta, senza preoccuparsi di scadenze multiple durante l’anno.
Il vantaggio principale risiede nella semplicità amministrativa: con un unico versamento F24 e una sola compilazione, il contribuente risolve completamente il suo obbligo fiscale annuale. Non è necessario ricordare ulteriori scadenze o effettuare pagamenti aggiuntivi nei mesi successivi.
Pagamento in due rate semestrali
Chi preferisce distribuire il versamento nel corso dell’anno può optare per due rate semestrali da 45 euro ciascuna. La prima rata deve essere versata entro il 31 gennaio, mentre la seconda rate entro il 31 luglio.
Questa modalità consente di ridurre l’impatto economico immediato, versando metà dell’importo annuale in due momenti diversi dell’anno. Per molti contribuenti, suddividere il pagamento in due scadenze semestrali rappresenta un compromesso equilibrato tra semplicità organizzativa e distribuzione temporale della spesa.
Pagamento in quattro rate trimestrali
La modalità più frammentata prevede quattro rate trimestrali di circa 22,50 euro l’una, con scadenze ben distribuite durante l’anno. Le date da ricordare sono il 31 gennaio (prima rata), il 30 aprile (seconda rata), il 31 luglio (terza rata) e il 31 ottobre (quarta e ultima rata).
Questa soluzione rappresenta la più flessibile da un punto di vista di gestione del flusso di cassa personale. Tuttavia, richiede una maggiore attenzione amministrativa, poiché è necessario ricordare quattro scadenze diverse e compilare quattro diversi modelli F24 nel corso dell’anno.
Codici tributo e compilazione del modello F24
La compilazione corretta del modello F24 è fondamentale per garantire che il pagamento del canone RAI venga regolarmente riconosciuto. Il primo elemento essenziale riguarda l’utilizzo dei codici tributo appropriati.
Il codice TVRI deve essere utilizzato nel caso di rinnovo dell’abbonamento, quando il contribuente ha già versato il canone negli anni precedenti. Al contrario, il codice TVNA è destinato ai nuovi abbonamenti, quando si effettua il primo versamento oppure dopo anni di mancato pagamento.
Nella sezione “Causale” del modello F24, è opportuno indicare chiaramente il riferimento all’anno fiscale per il quale si effettua il pagamento (ad esempio “Canone RAI 2025”). Questo facilita il tracciamento amministrativo e riduce il rischio di confusione con pagamenti di anni precedenti. È inoltre consigliabile conservare la ricevuta del versamento per almeno cinque anni, sia per scopi amministrativi che in caso di eventuali controlli fiscali successivi.
Scadenze e conseguenze del mancato pagamento
Il rispetto delle scadenze è essenziale per evitare sanzioni e interessi di mora. Chi non versa il canone entro le date prestabilite incorre in conseguenze amministrative e finanziarie significative.
Le principali scadenze da tenere a mente per il 2025 sono: il 31 gennaio per la prima rata o la soluzione unica, il 30 aprile per la seconda rata trimestrale, il 31 luglio per la rata semestrale o la terza rata trimestrale, e il 31 ottobre come ultima scadenza trimestrale.
Sanzioni e interessi di mora
Il mancato versamento nei termini stabiliti comporta l’applicazione di sanzioni amministrative e interessi di mora. Queste conseguenze finanziarie aggiuntive aumentano significativamente l’importo complessivo da pagare, rendendo il pagamento tempestivo particolarmente conveniente dal punto di vista economico.
Le sanzioni variano in base al grado di ritardo e alle circostanze specifiche. Oltre alla penalità amministrativa vera e propria, si aggiungono gli interessi moratori calcolati sulla base del tasso legale. Questa combinazione di sanzioni e interessi può far lievitare rapidamente l’importo dovuto, trasformando un ritardo di qualche mese in un debito considerevolmente più elevato rispetto ai 90 euro originali.
Come evitare problemi
Per evitare complicazioni, è consigliabile annotare le scadenze in un calendario o in un sistema di promemoria personale, soprattutto se si opta per una delle modalità a rate. Conservare documentazione relativa ai pagamenti effettuati rappresenta inoltre una protezione importante in caso di contestazioni o verifiche amministrative future.
Molti cittadini preferiscono impostare promemoria automatici alcuni giorni prima di ogni scadenza, così da avere il tempo sufficiente per compilare il modello F24 e effettuare il versamento senza affrettarsi negli ultimi momenti. Questa pratica riduce notevolmente il rischio di inadvertenze e dimenticanze.
Il canone RAI nel sistema fiscale italiano
Dal 2016, la legislazione fiscale italiana ha introdotto cambiamenti significativi nella riscossione del canone RAI. L’addebito automatico nella bolletta dell’energia elettrica ha rappresentato una novità importante volta a semplificare notevolmente il processo di riscossione, riducendo l’evasione fiscale e uniformando i tempi di pagamento per la maggioranza degli utenti.
Tuttavia, questa soluzione non si applica a tutti i cittadini. Per chi non ha accesso all’addebito automatico, il sistema precedente rimane in vigore: il versamento tramite modello F24 rimane la modalità corretta per adempiere all’obbligo tributario. Questo sistema, pur richiedendo una gestione più attiva da parte del contribuente, garantisce pari dignità fiscale e rappresenta uno strumento ordinario nel panorama tributario italiano.
Il canone RAI continua a rappresentare una delle imposte più dibattute nel sistema fiscale italiano, sia dal punto di vista del suo livello di gradimento presso i cittadini che dal punto di vista tecnico della sua riscossione. Nonostante le critiche ricorrenti, rimane un elemento stabile e obbligatorio del sistema tributario nazionale, destinato a finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo.


