Consiglio europeo con Zelensky: via libera a nuove sanzioni contro Mosca e stop al gas liquefatto

I leader europei si sono riuniti il 22-23 ottobre 2025 per un Consiglio europeo focalizzato su crisi internazionali, sicurezza energetica e sfide climatiche. La presidente del Consiglio Ue, Marie Bjerre, ha evidenziato un’agenda carica: sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa, mediazione nel conflitto israelo-palestinese e transizione ecologica. Nel dibattito parlamentare precedente l’incontro, eminenti eurodeputati hanno sottolineato l’urgenza di difendere i valori europei contro le interferenze esterne, evidenziando in particolare il ruolo destabilizzante dell’Ungheria di Orbán, definita “cavallo di Troia del Cremlino”. Parallelamente, l’Italia ha delineato la propria posizione attraverso l’intervento del premier Giorgia Meloni in Senato.

Situazione in Ucraina e sanzioni alla Russia

I leader hanno concordato nuove misure contro Mosca, concentrandosi su:

  • Supporto militare e finanziario rafforzato all’Ucraina per il prossimo biennio.
  • Utilizzo degli asset russi congelati come garanzia per prestiti alla ricostruzione ucraina.
  • Implementazione di uno scudo aereo congiunto UE-Ucraina.
    Il presidente Zelensky è intervenuto direttamente ai lavori del Consiglio, ribadendo la necessità di accelerare il percorso di adesione all’UE. Sul fronte energetico, è stato confermato lo stop alle importazioni di gas liquefatto russo, misura che completa il piano REPowerEU per l’indipendenza energetica.

Posizione italiana sulle politiche UE

Nel suo discorso al Senato, Giorgia Meloni ha articolato una linea chiara:

  • Sostegno al piano di pace di Trump per il Medio Oriente, valutando positivamente la road map statunitense da 20 punti.
  • Critica alle proposte climatiche della Commissione europea, giudicate “ideologiche” e dannose per la competitività industriale.
  • Rafforzamento della cooperazione con l’Africa come pilastro della strategia migratoria, affermando che “gli accordi di esternalizzazione sono l’unica soluzione efficace”.

Dibattito sulla transizione ecologica

La discussione sul target di decarbonizzazione al 2040 ha rivelato divisioni profonde:

  • Francia e Spagna hanno rilanciato la richiesta di rivedere lo stop ai motori a combustione interna.
  • Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha chiesto un approccio “pragmatico” per evitare “perdite di posti di lavoro”.
  • Il gruppo Renew ha invece sollecitato un’azione “incessante” contro quella che definisce “la minaccia più certa per l’Europa”, sottolineando i 450 miliardi di euro annui spesi per importare combustibili fossili.

Tensioni geopolitiche interne

L’intervento dell’eurodeputato francese Valérie Hayer ha lanciato un monito esplicito:

  • Viktor Orbán è una minaccia alla sicurezza europea per i suoi legami con il Cremlino.
  • È stata richiesta l’attivazione dell’articolo 7 per sospendere i diritti di voto dell’Ungheria.
    Questa presa di posizione riflette la determinazione a isolare chi “minaccia l’unità europea dall’interno”, anche alla luce di recenti casi di spionaggio.

Le conclusioni del vertice mostrano un’Europa divisa sulle politiche verdi ma compatta contro la Russia, con l’Italia che mantiene un profilo autonomo sulle priorità migratorie e industriali. La sfida principale rimane bilanciare sicurezza energetica, transizione ecologica inclusiva e coesione politica interna.

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